sabato, marzo 31, 2007

Saggio di Musica da Camera della Prof.ssa Fedra Florit






Venerdì 30 marzo c'è stato, in sala Vivaldi, presso il Tomadini di Udine, il saggio di Musica da Camera della professoressa Florit.

Sei gruppi hanno presentato i pezzi che fino ad ora, dall'inizio dell'anno hanno studiato di settimana in settimana.
E' stato un saggio molto lungo ma anche molto piacevole per chi era lì ad ascoltare.

Vi posto alcune foto, cliccateci sopra per ingrandirle, e due video girati durante il concerto.

I gruppi presenti erano:

Serena Zanette (flauto) e Gianluca Sturiale (chitarra) con Debussy e Ibert
Fosca Briante (flauto) e Alida Fabris (arpa) con Berthomieu
Laura Lovisa (flauto) e Federica Bello (pianoforte) con Roussel
Fosca Briante (flauto) e Marina Valusso (chitarra) con Giuliani
Paolo Dreosto (fagotto) e Federica Bello (pianoforte) con Hindemith
Elisa Metus (oboe), Michele Ghedin (clarinetto), Emanuele Terenzani (fagotto), Anna Zaninello (corno) e Giovanna Pagnucco (pianoforte) con Beethoven

I video sono stati girati durante la Serenata op.127 di M.Giuliani eseguita da Fosca Briante e Marina Valusso.

1° Tempo


Una parte del 3° Tempo

giovedì, marzo 29, 2007

News | Prestigiosa doppia affermazione per un giovane violinista friulano


Apro con questo post una nuova rubrica dato che il Conservatorio ha iniziato ad inviarci alcuni comunicati stampa.
Questi comunicati di solito sono indirizzati ai giornali o alle televisioni ma noi del blog che tecnicamente rappresentiamo il primo ed unico mezzo di informazione del Tomadini, ufficiale per quanto riguarda gli studenti, non possiamo che "cogliere la palla al balzo" ed utilizzare a fin di bene questi comunicati che ci inviano.

Per correttezza giornalistica ritengo giusto copiarli testualmente sul blog senza apportarci modifiche. Ovvio che i vostri commenti sono graditissimi.


Prestigiosa doppia affermazione per un giovane violinista friulano

Il violinista Alessio Venier, allievo, presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine, del quarto corso nella classe della prof. Renata Senia, ha ottenuto a breve distanza di tempo due primi premi assoluti di categoria; il primo nell’ambito della Sezione Giovani del Concorso Internazionale di esecuzione Pianistica e Violinistica “Schio 2007”, inaugurato con le prime selezioni il 3 marzo e conclusosi domenica 18 marzo scorsi con il concerto dei premiati, il secondo, con votazione di 95/100, nell’ambito della dodicesima edizione del Concorso Strumentistico Nazionale “Città di Giussano”, che si concluderà con il consueto concerto dei premiati sabato prossimo, 31 marzo a Giussano (MI).

Dopo aver iniziato gli studi musicali con la fisarmonica e il pianoforte, il gemonese Alessio Venier ha precocemente dimostrato proprio al violino il proprio naturale talento, che a breve gli permetterà di affrontare, con un anno di anticipo, l’esame di compimento inferiore.

Tra i suoi cavalli di battaglia, grazie ai quali ottiene continue e importanti affermazioni presso numerosi concorsi di esecuzione musicale, Preludio e Allegro di Pugnani-Kreisler e la trascrizione per violino e pianoforte delle Danze rumene di Béla Bartók.

Ad accompagnarlo frequentemente al pianoforte, Giovanni Molaro, brillante allievo del Triennio Superiore del Conservatorio di Udine nella classe del prof. Ugo Cividino.
Posto qui sotto la foto dei due nostri fanciulli. ^^


lunedì, marzo 26, 2007

Il nostro Conservatorio | L'antidirezione

Stavo parlando con un nostro studente che è qui in Erasmus a Udine, il primo Erasmino della storia del Tomadini, e dalla discussione è risultato che il nostro blog è letto anche oltre il confine della nostra Regione ed al di là delle persone che sono già passate tra le mura dell'istituto. Al nostro Erasmino è servito il blog per saperne di più sul nostro mondo e su quello che facciamo. Inoltre però mi ha suggerito che sarebbe interessante poter vedere il Conservatorio tramite foto o video perchè a lui, per esempio, dalle poche foto che era riuscito a vedere sulla rete, il Tomadini era molto diverso da quello che è poi risultato nella realtà.

Con tutto ciò, non potevo non colgliere la palla al balzo e cercare di approfittare della "dritta" per inserire un piccolo reportage fotografico sul nostro bel Conservatorino.
Quindi ogni settimana cercherò di inserire un po' di fotografie che inquadrino, stanza per stanza il nostro luogo di studio e di piacere.

Non si poteva non incominciare con l'antidirezione, utilizzata come sala dei professori, ha tra le sue quattro mura anche la porta che dà accesso all'ufficio del Direttore.
Vi posto qui le foto illustrative da tre angoli di ripresa, la porta che dà accesso alla direzione e l'arco attraverso il quale si entra nell'antidirezione.


sabato, marzo 24, 2007

Stavo cominciando a pensare. Pensavo male_____ THE DYNAMITE VIKINGS

Non e' mai bene farlo (pensare, dico) prima di aver aspettato abbastanza.

Benvenuti nei miei Mercoledi' Estoni. (visto che comunque quando da voi sara' gia' Primavera, qui sara' ancora tutto ammantato di Inverno non vedo perche' un Giovedi' o un Lunedi' non possano essere un Mercoledi')

Premessa: mi scuso per i caratteri non sempre idonei ma le tastiere non hanno le nostre stesse funzioni italiane.

Volevo dire che cominciavo a pensare che il jazz nordico fosse in grado di toccare solo corde nevose e azzurrognole del nostro essere, che comunque se ben scosse sanno vibrare dentro con piacevole intensita'. Quelle che muove Churlionis, un compositore classico Lituano di fine ottocento. Ha scritto dei quartetti che molto ricordano le atmosfere di una postmoderna Bjork, sembra assurdo.
Questa sera invece al No 99, il Jazz Club di Tallinn, mi e' entrato nelle orecchie un acido energy drink misto vodka.
Ci sento meglio.
Al loro secondo album con la danese "Cowbell Music", "The Dynamite Vikings" hanno molto da dire.
Un gruppo all'altezza del nome che fonde jazz e prog-rock in un genere da loro definito come "progressive postmodern jazzrock". Un Zappa che si mescola con i primi King Crimson che si mescolano con un live electronics, tutto ben shakerato con sapiente follia. Il trio e' formato dal virtuoso della chitarra Jaak Sooaar (capo del dipartimento jazz dell'Accademia Estone per la Musica e il Teatro), il personalissimo contrabbassista svedese Thommy Anderson e lo strafulminato Kalle Mathiesen alla batteria vikinga (lui e' danese). Un classico power trio che si lancia avventuroso in ampi territori inesplorati. Precisi, creativi fuori da ogni aspettativa e viscerali, hanno regalato un live impazzito, ironico e irruento, dialogando e, suonando nel vero senso della parola, tutto il palcoscenico.
Per asoltarli cliccate su questo link.
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=145083210


Nella foto, da sinistra a destra: Thommy Andersson (bass, electronics, voice) Jaak Sooaar (guitar synth, electronics, voice) Kalle Mathiesen (drums, electronics, keyboards, voice)

martedì, marzo 20, 2007

20/03 Sandro Caldini | Sequanza VII di Berio per Oboe




Le lezioni concerto sono sempre meravigliose secondo me. Danno tanto in tutti i sensi.
Tutte le informazioni che si possono apprendere da momenti del genere toccano molti aspetti del sapere, dal rapporto con l'esecutore, alla cultura legata alla lezione, al rapporto tra lezione ed esecuzione ed all'esecuzione in sè che chiarifica ogni cosa o fornisce ulteriori spunti di riflessione.

Scrivo questo perchè sono sempre rimasto soddisfatto delle lezioni-concerto che ho avuto onore di seguire. Mi hanno lasciato molte cose che non sapevo e mi hanno anche aperto molto gli occhi sul rapporto teoria-pratica che spesso rappresenta un po' la chiave di tanti misteri.

La lezione-concerto di cui vi parlo nello specifico, ha avuto come oratore il prof. Sandro Caldini, docente di Oboe del nostro Conservatorio, che ha presentato una lezione a tema "Alle radici della Sequenza VII per oboe di Luciano Berio" ed in seguito ha eseguito appunto la Sequenza VII per oboe (addirittura la prima volta che questa composizione viene eseguita in Italia), ed una composizione intitolata (ed alla prima esecuzione assoluta) "Sound o Ledra (In Omaggio a Berio)" per corno inglese, del compositore Virginio Zoccatelli, docente del nostro Conservatorio.

Non c'era moltissima gente purtroppo (malissimo cari studentelli malissimo era assolutamente da vedere e onorare così anche il professore !!) ma il pubblico presente era interessato all'argomento e specializzato, oboisti, compositori ed alcuni professori.
La lezione è incominciata spiegando perchè Berio ha scritto la sequenza, cos'è la sequenza, le situazioni che hanno portato il compositore a scriverla e poi modificarla e le tecniche e modalità esecutive.
Poi, dopo la teoria c'è stata l'esecuzione, che personalmente mi ha lasciato a bocca aperta.
Davvero tanto di cappello al professor Caldini, che per dieci mesi interi ha studiato la sequenza presentandocela in modo magistrale anche se, devo dire, con troppa umiltà. E' stato davvero bravo, secondo me, poteva "tirarsela" tanto di più e ne avrebbe avute tutte le ragioni.

giovedì, marzo 15, 2007

Intervista a F.A.Krager prima e dopo lo stage


Di venerdì come si può non inserire un'intervista, ed in questo caso l'intervista in questione l'abbiamo fatta proprio a Mr. Franz Krager che è stato intervistato durante una pausa nel terzo giorno di prove .

L'intervista è stata anche inserita nel CONSQUINDICINALE uscito in edizione speciale solo per Krager, distribuito a Pagnacco durante il concerto ed ora presente per i corridoi del Tomadini.
Solo per il blog però, oltre all'intervista anche la sua trasposizione in inglese, lingua originale del Maestro e quindi le sue parole tesuali e non la Johnnytraduzione in italiano.

In grassetto le mie domande.
Ringrazio inoltre infinitamente Mastro Alba per la collaborazione alle traduzioni ed alla trasposizione di un parlato americano in un corretto scritto in inglese.

Eng - interview with Mr. F.A.Krager:
How do you feel in italy?
Oh my god. I come to italy at least twice a year. I come to Udine in March and in July– August I go to Grosseto to play for the Grosseto orchestra. My wife and I also have a motorcycle from Texas that we brought here in Italy. We used it to go to Italy, France, Germany, everywhere, but we always start off in Italy. This summer we’re going to Castel Fiorentino, near Arezzo. From there we will visit the Adriatic Sea(Istria, Croatia, Dalmatian Coast). Italy is my favorite country in the world, I love Italy. I am mad at myself because I dont’ speak italian yet.
So to answer your question, I love to come to Italy. If you ask me “What have you seen in America? Have you seen the Gran Canyon?,” I say no, I have never saen the Grand Canyon. If you ask me “Have you seen the Yosemite National Park?” My answer is “never.”
Rocky Mountains?
Never
Mount Rushmore?
Never
The Great Lakes?
I have because I was born there, I’m from Michigan. But many places of my country I haven’t seen because I want to always come back to Italy.
What do you think about Italian music students and compare them with the Americans.
Each year for the last five years we get between three and five students from Udine and they come to Huston to play in the Texas music festival. This festival is International, students come from every country in the world, Asia, Mexico, Europe, Canada... and every year the students from Udine are at the top. The standards used by this festival are very high.
And the level of the American students versus the Italians?
What do you mean?
The problem with Italian students is that most of them have lots of other things to do, in addition to playing an instrument because music as a profession is always uncertain. Therefore the level of our students is lower because they’re not completely dedicated to this discipline.
I answer your question, with a question: “How can you say that the level of Italian students is lower, when the students from Udine come in Huston and they set the standards for everybody else? If anything it is a higher level, not lower.
The sound is different for instance. The Oboe in Europe is played differently than in the States, it’s not better, it’s not worse, it is different.
It’s difficult for me to say if something is better or something is worse. The students of the Udine conservatory are every bit as focused and as serious about their job as my students in Houston, there is no difference. Just in the history. In Europe classical music was born. You have had the first artists and the best music and the European concept is to preserve this. In America everything is new and therefore I think that in America there is more new music and in Europe more old music. But new music is not necessarily better music. The students are at the same level.
What do you think if an American came to Italy to study.
I think that he would learn italian better than me. If you come to a foreign country you must learn the culture. If i come from America in the summer time and in an italian restaurant i ask for a menu in english, I’m stupid, very stupid, I want to learn.
I see many americans that come to europe and they want everything as if it were America. I always ask myself, why go to a different country if you’re not ready to learn new cultures, you must be open minded. The same for Italians that come to America, forget the pasta, you have different things there.
It’s easy for me to say because I’ve been traveling al over Europe since 1970, almost 40 years, a long time. Thanks to my travels I’ve become very open minded and I would like to encourage everyone else who isn’t as open minded as me. These people make me crazy!
Do you have something to say to the italian students?
These guys were able to do everything I asked them to, this is all I can ask for. I have a lot of respect for italian students bacause it’s very difficult to play for a guest conductor in four days like we do. It is very difficult because of the language barrier, the need to do things at a fast pace, with no time to tune. I have incredible respect for these students.
Will you come back next year?
I hope so. I love to come here. I love Udine.
What is music?
For me it’s a a way of life, a way of thinking, a way of feeling, a way of being tolerant. Nowadays the world is very intolerant for one’s religion, it’s stupid! Music puts everyone on the same level and always leaves a concept of understanding for one another. I can say the same of my heart, not only music, it is like a medicine, like taking a pill and become more open about everything.

Italiano - intervista a Mr.F.A.Krager:
M° Krager come si sente in Italia? Le piace questo paese?
Oh my god! Vengo in Italia come minimo due volte ogni anno. Vengo a Udine nel mese di marzo e poi vado a Grosseto in luglio-agosto nell’orchestra di Grosseto. Inoltre io e mia moglie abbiamo una motocicletta in Italia, portata dal Texas. E con questa andiamo in giro per l’Italia, la Francia, la Germania, in ogni luogo, ma sempre incominciando dall’Italia. Quest’estate andremo a Castel Fiorentino, vicino ad Arezzo, e poi andremo in Istria, in Croazia e sulla costa dalmata. L’Italia è il mio stato preferito fra tutti quelli del mondo e mi rammarico con me stesso per non sapere ancora parlare italiano, dopo tanti anni. Quindi, per rispondere alla tua domanda, amo venire in Italia. Se mi chiedi: “Cosa hai visto dell’America? Tipo se ho visto il Grand Canyon”. La mia risposta è: “No! Non ho mai visto il Grand Canyon”, se mi chiedi se ho visto il Yosemite Park, la mia risposta è la stessa.
Le Montagne Rocciose?
Mai viste!
E il monte Rushmore?
Mai visto!
Il Great Lake?
Si quello l’ho visto perché nacqui da quelle parti, sono originario del Michigan, ma molti posti del mio Paese non li ho mai visti perché voglio sempre ritornare in Italia.
Cosa ne pensa degli studenti di musica italiani comparati con gli americani?
Ogni anno negli ultimi cinque anni abbiamo da tre a cinque studenti di Udine che vengono a Huston per suonare nel “Texas Music Festival”. Questo è un festival internazionale dove gli studenti vengono da ogni Paese del mondo, Asia, Messico, Europa, Canada, ecc., e ogni anno gli studenti di Udine sono quelli più in alto. E’ davvero alto il livello in questo Conservatorio.
E il livello base dei ragazzi americani rispetto agli italiani?
E’ difficile fare questo paragone perché dipende da cosa intendi.
Il problema, secondo me, che c’è tra gli studenti italiani è che molti sono come obbligati a fare più cose oltre al Conservatorio perché non si ha sempre la certezza di poter fare i musicisti come prospettiva di lavoro futuro. E quindi forse alcuni ipotizzano che il livello dei nostri studenti è più basso, rispetto ad alcuni stati del mondo come per esempio l’USA, perché qui non si riesce a dedicarsi esclusivamente alla disciplina musicale perché è la società proprio, che fornisce poche opportunità in questo campo.
Risponderò alla tua domanda con un altra domanda: “Perché se tu dici che c’è forse un livello più basso, quando gli studenti di Udine vengono a Huston si posizionano al primo posto?” Non è assolutamente un livello più basso è molto alto invece. Il suono piuttosto, è differente, l’Oboe, per esempio, in Europa ha un suono totalmente diverso rispetto all’USA, non è nè meglio nè peggio, è diverso.
E’ difficile per me poter dire se qualcosa è migliore o peggiore. Gli studenti di Udine si concentrano con serietà ad ogni problema come i miei studenti di Huston, è lo stesso, non vedo differenze tranne che nella storia. In Europa è nata la musica classica, avete avuto i primi artisti e la migliore musica ed il concetto europeo è di proteggere questo repertorio. In America invece è tutto nuovo e quindi penso che in America ci sia più nuova musica e in Europa più musica antica, ma quella nuova non è di per forza o migliore o peggiore. Quello che ripeto ancora una volta è che gli studenti di questi due paesi sono allo stesso livello base.
Cosa pensa se un americano venisse a Udine a studiare?
Penso che imparerebbe sicuramente l’italiano meglio di me!
Se tu vieni a vivere in un altro Paese devi apprenderne la cultura. Se provenendo dall’America ed andando in un ristorante italiano pretendessi un menù in inglese, sarei solo uno stupido, perché voglio invece imparare. Io vedo molti americani che vengono in Europa e pretendono di avere tutto come in America. Mi chiedo perché questi non restano a casa propria se non vogliono imparare, se vieni qui, devi aprire la tua mente e lo stesso devono fare gli italiani che vengono in America, dimenticare la pasta per esempio, ci sono cose differenti. E’ facile per me comunque parlare di queste cose perché viaggio in Europa dal 1970, quasi 40 anni, davvero un lungo periodo. Sono venuto ogni anno in Italia e grazie a questi viaggi ho un mente aperta per il viaggiare e vorrei dire a tutti quelli che hanno la mente chiusa, che mi fanno impazzire perché per me viaggiare è sempre stato il mio miglior maestro.
Ha qualcosa da dire agli studenti italiani?
Questi ragazzi, sono riusciti a fare tutto quello che gli chiedevo di fare. Ho solo ammirazione per gli studenti italiani perché è davvero difficile suonare con un direttore ospite in solo quattro giorni con i problemi legati al linguaggio, alla necessità di fare le cose con velocità, senza tempo per regolare ogni singolo aspetto. Quindi ho davvero un enorme rispetto per questi studenti.
Ritornerà a Udine l’anno prossimo?
Lo spero, amo venire qui, amo Udine.
Un’ultima domanda: cos’è per lei la musica?
Per è un modo di vivere, un modo di pensare, una maniera di entrare in comunicazione con il tutto, una via per essere tolleranti. Infatti il mondo adesso è molto intollerante per esempio, tra le varie religioni, ecc., è una cosa stupida! Per me la musica cancella ogni negatività e lascia una sensazione di rispetto nei confronti degli altri, per farti apprezzare anche differenti vie. Posso dire questo anche grazie al cuore, non solo alla musica, il cuore per me è come una medicina, come prendere una pillola, si diventa aperti su tutto.
Alla fine del concerto del 10 marzo inoltre, siamo riusciti ad intervistare il Maestro, vi postiamo qui sotto il video del nostro inviato Johnny.

Mi devo scusare innanzitutto per l'inglese, guai a chi ride :-(, ed in secondo luogo per la traduzione che ho improvvisato sul momento, risponde senza dubbio a ciò che in generale voleva dire ma senza le sfumature. Mi sono reso conto in quel momento dell'incredibile difficoltà di tradurre un discorso, non ci si poò ricordare tutto, ma mi vergogno lo stesso per l'ignoranza.
A mia discolpa però c'è il M°Krager, che mi ha risposto in maniera incredibilmente chiara, pura e sincera, godetevi le ultime dichiarazioni di questo grande uomo che dovrebbe essere preso da esempio, a mio avviso, da tutti per il modo in cui il suo cuore dirige ogni sua azione.
Ecco il Video:


Thank you very much Mr. Krager from all of us of the wind orchestra.


p.s. nella foto il Maestro Massimo Grespan (a sinistra), direttore ufficiale dell'orchestra fiati ed il Maestro Franz Anton Krager (a destra).

domenica, marzo 11, 2007

F.A.Krager | D. Lazzaroni | Orchestra fiati




Un grande concerto, a mio avviso con due grandi uomini, uno che con il suo trombone (Lazzaroni) è stato solista nel pezzo di Wick - Concertino per Trombone e Banda e l'altro (Krager) che ci ha seguiti, istruiti, guidati e diretti magistralmente per quattro giorni indimenticabili di stage orchestrale.

Ovviamente sapete già di cosa stiamo parlando, dello stage orchestrale tenutosi dal 7 al 10 marzo con concerto finale la sera del 10 presso l'auditorium di Pagnacco. Protagonista l'orchestra fiati, come vedete anche dalle foto, che per quattro ore a sera, dalle 17 alle 21, ha suonato, suonato e suonato impegnandosi al massimo per non scontentare l'illustre Maestro statunitense dando prova di un grande entusiasmo e buona volontà, davvero niente a che inviadiare con l'orchestra sinfonica del Tomadini o che fece lo stage con Krager l'anno passato.

Il concerto finale è stato meraviglioso, non so se avete presente l'auditorium di Pagnacco (UD), ha una grande acustica, è spazioso il giusto ed è anche bello, in quell'auditorium l'orchestra fiati ha suonato incredibilmente bene secondo me, dopo così poche prove, con un direttore ospite e con tutta l'emozione della prima.

Il programma della serata lo potete leggere in qualche post fa, a questo indirizzo http://consultastudenti.blogspot.com/2007/03/stage-dellorchestra-fiati-con-il.html, ma oltre a questo, il M°Krager ha proposto anche due marce finali una italiana (Synphonic Concert March di Bonelli) ed una statunitense (The Free Lance March di Sousa).

Presenti tra il pubblico molti genitori, molti amici ma anche molti esterni che sono accorsi solo per il gusto di sentire il concerto.
Inoltre prima dell'inizio dello spettacolo c'è stato un breve discorso del nostro direttore Franco Calabretto che alla fine di tutto è stato pure intervistato da Telepordenone.
Lascio parlare le immagini e la musica, postando qui sotto tre video tratti da quel concerto.







Mi dispiace di non aver nulla del pezzo con il prof. Lazzaroni ma ho visto il prof. Cividino che ha registrato tutto il concerto con la telecamera ed il prof. Barbieri che ha fatto lo stesso con il registratore, quindi pronostico sorprese a breve.

mercoledì, marzo 07, 2007

Mercoledi' di waves, pitch, volume and gain


Benvenuti nei miei Mercoledi' Estoni. (visto che comunque quando da voi sara' gia' Primavera, qui sara' ancora tutto ammantato di Inverno non vedo perche' un Giovedi' o un Lunedi' non possano essere un Mercoledi')

Premessa: mi scuso per i caratteri non sempre idonei ma le tastiere non hanno le nostre stesse funzioni italiane.

Mi sono preso una pausa per godermi ad occhi chiusi il sole di questa mattina.
Piacevole scorrere nella mia mente coi giorni appena finiti.
Tutto sembra avere un'intensita' diversa da queste parti; come di una consistente nebulosa, pulsante, pesante. Credetemi, ci sono dei giorni che sono proprio stancanti. La gente ha bisogno di tempo per abituarsi alla tua presenza e difficilmente accennano ad un saluto. Se non ti conoscono, semplicemente ti passano davanti, o meglio ti oltrepassano come se tu fossi un essere invisibile che si confonde col grigio dei pavimenti.
"Tere Hommikust, minu nimi on Pavimento, Grigio Pavimento"
Buon Giorno, il mio nome e' Pavimento, Grigio Pavimento.

Forse potrei presentarmi cosi´.
Invece gli piace vedermi sorridente e imbarazzato. Passa qualche giorno, quasi si intravede un bagliore nei loro occhi di ghiaccio e puo' addirittura succedere, caso raro e che suscita stupore infinito, che ti porgano il loro aiuto per chiudere un'aula. (serrature un po' diverse che fanno brutti scherzi alle volte) o che facciano colazione con te. E' un tiro alla fune. Guadagni due metri, ne perdi tre e il giorno dopo ne riguadagni quattro.
Puo' succedere che un giorno hai una conversazione con qualcuno, si ride, si scherza e poi il giorno dopo... un gelido accennucolo di conoscenza al tuo passaggio. Succedesse solo a me mi preoccuperei, ma e' normale, e' stancante.
Imprevedibilita' e mutevolezza, questo sto apprendendo. Mi avevano preparato sulle difficolta' nordiche di interazione ma e' una bella sfida l'approcciarsi ad una nuova cultura. Ci vuole rispetto, calma e pazienza.
Vi ricordate Siddharta che medita sul ponte intento a carpire i segreti dell'acqua?
...Scorrere via, senza fermarsi, come un fiume. Le incomprensioni sono dita curiose di un bambino che solo ci sfiora dall'alto. Al nostro passare, ai bordi del nostro essere potremo scorgere sotto nuove angolazioni, nuovi pensieri. La terra si insinua nel nostro passare e ci modifica. Noi modifichiamo lei. Visti dall'alto siamo solo una parte di un paesaggio che e' una mescola di elementi vivi.

...La mia testa ritorna al concerto della "Classe di Improvvisazione" di Anto Pett in collaborazione con quella dello "Studio di Musica Elettronica" di Margo Kolar; al Masterclass di violoncello di Mathias De Oliveira Pinto (Maestro nelle Musikhochschule di Berlino e Münster),
chissa' cosa mangero' a pranzo. (Pasticcio di carote, Buono!).

Nelle lezioni del M.o Anto Pett si impara ad essere coscienti, senza spartiti davanti e ad interagire con gli altri musicisti. Si improvvisa ma bisogna essere consapevoli di cio' che si sta facendo.
Bin Hu studia chitarra classica. Ieri esco dall'aula lo vedo, lo saluto, ha un archetto in mano. Gli chiedo che cosa stia facendo, lui mi risponde:

Bin: "I'm playing my microphone! Ih! Ih! Ih! " (sto suonando il mio microfono! Ih! Ih! Ih!).
La Lince Che...: Eh!?
B: "Yes, for the improvvisation concert! Ih! Ih! Ih!" (si, per il concerto di improvvisazione Ih! Ih! Ih!).
LLC: Ah! Ah! Ah! (Ah! Ah! Ah!)

Quindi Bin, in una materia curricolare ha potuto sperimentare e perquotere con tutto cio' che gli passava per la testa un microfono: un aggeggino da 3 euri, piatto e metallico, del diametro di cinque centimetri che finisce con un cavetto a presa jack.


Poi... la performance. Lui al microfono e Pavel Cherechukin (Est) della classe di musica elettronica, al campionatore.
Una voce sintetica femminile spiega in inglese, dalle casse alle tue orecchie, che la creazione e' composta dal campionamento e dalla sua rielaborazione.
Bin genera musica amplificando il suo dito che percuote la membrana, la sfrega con uno spazzolino da denti, usa lo spazzolino come bacchetta per far vibrare un bicchiere pieno d'acqua, inumidisce il dito e lo fa scorrere sulla superficie di vetro, blocca il microfono al bordo del tavolo col cellulare mentre con l'altra mano lo suona con l'archetto, a ritmo, con criterio. L'altro campiona uno alla volta i suoni e li rielaborava in tempo reale. Il telefono poi comincia a vibrare illuminandosi per una chiamata proprio mentre il telecamerista lo riprende. Nel pubblico attento c'e' un'atmosfera sorpresa e divertita. Sorprende vedere che nelle accademie musicali si puo' fare musica colta con ironia e leggerezza e venire apprezzati. La lezione di Cage e Zappa. Ci vorrebbe Johnny con la sua macchina fotografica.

Questa e' stata parte del concerto.
Si e' creato in ensambles, con fisarmoniche, saxofoni, pianoforti preparati e non, violini, violoncelli sempre in dialogo con gli apparecchi elettroacustici.
Interessante e' stata la composizione video-sonora "Sebastian - Sequenza canonica per foglie morte di Carpino verde" di Paolo Girol (It) da poco presentata anche dal "Comitato Trieste Contemporanea" nella rassegna "Videospritz" ma qui vista in una versione sperimentale dove il sonoro originale viene sostituito dalle improvvisazioni di un ensamble che commenta lo scorrere delle immagini. Le foglie crepitanti di Carpino animate in computergrafica giocano sullo schermo a diventare "nonsolofoglie" parlandoci della mutevolezza dell'essere, della molteplicita' insita in ogni cosa.

Il livello dei musicisti che si sono dati il cambio e' alto e vanno citati soprattutto Lauri Kirikal che nell'onirico arricchimento timbrico di Hans-Gunter Lock all'elettronica, ha mostrato particolari creativita' e virtuosismo pianistico, e il violinista spagnolo Alberto Cabedo Mas per le ottime capacita' dialogiche.

Performances che mostrano alcune delle direzioni intraprese dalla musica di ricerca del nostro secolo e che ci aprono gli occhi. Possono appassionare o meno, ma il vedere e il conoscere sono strumenti fondamentali per la nostra crescita musicale e personale. Elaborare dati sempre nuovi ci permette di non restare fermi staticamente nella nostra posizione e ci facilita la comprensione del pensiero altrui; bisogna pero' chiedersi il perche' delle cose, elaborarlo, arricchirlo con il nostro pensiero e magari anche metterlo in discussione. Un percorso non sempre facile ma stimolante. Non si cresce mai sul serio.

Alla prossima puntata...

sabato, marzo 03, 2007

Stage dell'orchestra fiati con il direttore Franz Anton Krager



Come l'anno scorso, anche quest'anno il Tomadini di Udine avrà l'onore di ospitare un illustre direttore d'orchestra statunitense, il M° Franz Anton Krager, che terrà uno stage con l'orchestra fiati.

L'anno passato il direttore Krager venne a Udine e le "cavie" per lo stage erano i membri dell'orchestra sinfonica del Tomadini. Quest'anno però, la sinfonica ha troppi pochi componenti e dovrebbe ricorrere, per essere al completo, di un grande numero di collaboratori esterni mentre, l'orchestra fiati del prof. Massimo Grespan, è bella che pronta, con un organico omogeneo, affiatato e compattato da più di due anni di concerti, anche fuori regione.

Quindi sarà un onore per questi ragazzi (pifferai, trombonauti, casinisti e così via...) essere diretti dal M° Krager che nelle giornate di mercoledì 7, giovedì 8 e venerdì 9 farà le prove all'interno del Conservatorio e sabato 10 marzo 2007 dirigerà l'orchestra fiati in un concerto presso l'auditorium di Pagnacco, lo spettacolo comincerà alle 20:30.

L'organico è ricco di tantissimi componenti che si esibiranno, a Pagnacco con questo programma che prepareranno nell'arco di quelle tre sole prove, proprio come si suol fare in ambienti professionistici.

Programma:

Weinberger Polka&Fugue
Owen La Fiesta Mexicana (2°tempo)
Holst First Suite in Eb
Rossini/Cailiet L'italiana in Algeri
David/Wick Concertino per Trombone e Banda


Quindi restiamo in attesa sino a sabato prossimo e poi accorriamo tutti a Pagnacco a supportare i nostri ragazzuoli.

p.s. nella foto, il nuovo contrabbassista solista dell'orchestra fiati
p.p.s. se volete saperne qualcosa di più sul M°Krager leggete la sua biografia a questo link: http://www.music.uh.edu/people/krager.html

giovedì, marzo 01, 2007

Oggi e´ Mercoledi' (un Mercoledi' di Leggenda)


Gia', proprio cosi'. Benvenuti nei miei Mercoledi' Estoni! (visto che comunque quando da voi sara' gia' Primavera, qui sara' ancora tutto ammantato di Inverno non vedo perche' un Giovedi' o un Lunedi' non possano essere un Mercoledi')

Premessa: mi scuso per i caratteri non sempre idonei ma le tastiere qui non hanno le nostre stesse funzioni.


Sono stato a visitare le vie sotterranee di Tallinn costruite dai soldati Danesi del 1600; domenica, il primo giorno di apertura al mondo moderno. C'era da mettere il proprio nominativo su di un cartellone appeso alla parete di un gazebo (caldo, con baretto gratuito, panche da sagra e... il pavimento di neve), poi aspettare il proprio turno. Gia' vi dico che la visita alle catacombe e' stata interessante, un po' claustrofobica ma ne valeva la pena, soprattutto per la spiegazione della guida in lingua estone. Sensazione... piacevole, ma... niente, proprio niente, ne una parola, ne un fonema, neancheunaparolahocapito. Mettermi un phon acceso in parte all'orecchio sinistro avrebbe avuto lo stesso effetto.

Tornando indietro di qualche ora, a quando aspettavamo di scendere nelle viscere della capitale, Lana e Ira, due ragazze russe che vivono qui da sempre, mi hanno mostrato le zone circostanti, dove si trova il Palazzo del Parlamento, che e' appollaiato su di una collina nel centro citta' assieme a qualche bastione, reso famoso qualche anno fa da una pellicola russa de "I Tre Moschettieri".

Ad ascoltare cio' che avevano da raccontarmi mi sono ritrovato nel mondo della Leggenda, che ancora oggi etereo vela anticamente il borgo.
Ogni castello ha i propri fantasmi ma non su questo mi soffermo perche' una storia ancor piu' bella se si annusa sapientemente si tasta nell'aria (sempre molto pungente).
C'e' una statua di donna in cima a questo colle chiamato Toompea; una donna bella e sofferente, piegata e piangente. E' Linda: l'innamorata di Kalev, piange perche' sotto di lei giace, nella tomba da lei stessa cosruita pietra dopo pietra, il suo amato. Il gigante che dorme per sempre nell'immenso ventre della citta'.
Un po' distante da li', dove oggi l'aeroporto si specchia, c'e' un lago: Ulemiste. Sono le lacrime ancora innamorate di una moglie diventata vedova.
( se volete scoprire di piu' su questo mondo mitico:
http://www.bifrost.it/FINNI/3.Kalevipoeg/01-ArrivoKalev.html
).

Eppure quest'aria che sa di mare, questo temperamento Estone che sa cosi' di freddo all'inizio, certo diversamente ma mi ricorda Lisbona e il suo "Fado" che canta dalle voci delle innamorate che aspettano i loro marinai lontani.
Che sia la neve a cantare in questi luoghi?
Chissa' come si dice "Saudade" in questa parte del mondo.

Se volete leggere un'altra puntata di questo mondo, c'e' un altro esploratore da queste parti (http://io.pensa.it/node/1571)



la foto(http://m.flickr.com/photo.gne?id=110307496)