martedì, aprile 03, 2007

Mercoledi' di Eventi

Benvenuti nei miei Mercoledi' Estoni. (visto che comunque quando da voi sara' gia' Primavera, qui sara' ancora tutto ammantato di Inverno non vedo perche' un Giovedi' o un Lunedi' non possano essere un Mercoledi')
Premessa: mi scuso per i caratteri non sempre idonei ma le tastiere non hanno le nostre stesse funzioni italiane.
Eccomi qua con le nuove dalle terre elfiche. E' arrivata l'Estate. E' durata una settimana. Abbiamo avuto picchi di 15 gradi in cui si sono potuti vedere gatti, cani e volpi avventurarsi per le contrade. Adesso, giustamente e' tutto finito, siamo tornati a 4 gradi, e sono le 19.31, puo' ancora scendere, non ce la facevo piu'.
Tornando a noi non sono riuscito a recuperare tutti i programmi di sala quindi non tutte le notizie sono complete di date e nomi. Perdonatemi.
Masterclass:

Dal 5 al 7 Marzo come vi avevo accennato qualche tempo fa, si e' tenuto in accademia il Masterclass di Violoncello del Maestro Matias De Oliveira Pinto: un bravissimo concertista e didatta che insegna tra la Musikhochschule di Berlino e quella di Munster. Meta' brasiliano e meta' tedesco (ma con anche un po' di sangue italiano da parte di nonna) ci ha regalato grande musica, consigli utilissimi e a me personalmente oltre a cio', anche un po' di solarita' ... e ce n'era bisogno in quei freddissimi momenti. Con me parlava in italiano ma poi a seconda delle persone che ascoltavano, per essere comprensibile con tutti passava all'inglese o allo spagnolo. Con la sua allieva francese parlava in francese, col suo collega tedesco nonche' Rettore dell'hochshule di Munster che teneva in contemporanea il masterclass di chitarra, Reimbert Evers , parlava in tedesco. Dentro di se' pensava sicuramente in brasilportospagninglitaltedesco. tutto normale no? senza dubbio. Vi posto anche alcune foto scattate mentre e dopo il concerto dei due maestri nella chiesa Luterana di S. Martin. Nello stesso, si sono esibite anche due loro allieve di Munster: la violoncellista di grandi doti Leonie Garmond (Francese) e la brava chitarrista coreana Jung Min Lee. Il programma e' stato vario e interesssante: ha toccato musiche di Manuel de Falla, Heitor Villa Lobos, Maurice Ravel, Erkki-Sven Tüür, Ester Mägi, Domenico Scarlatti.
... nella foto di gruppo (da sinistra a destra) ci sono le mie compagne di classe Yan Shuy (Cina) e Maarit Kangron (Estonia), Peter Paemurru il nostro bravissimo Maestro (e'di scuola russa... ha studiato a Mosca) , il M.o De Oliveira Pinto ed io, che faccio prendere aria ai denti.

Il Saxofono Contemporaneo:

A meta' marzo, c'e' stato un masterclass di saxofono contemporaneo tenuto da Ana Lenchina Sanchez e Miguel Cantero (due saxofonisti della penisola iberica). Alla fine di esso, i due maestri hanno suonato musiche contemporanee spagnole, anche di composizione di Cantero, nella Sala Concerti dell'accademia. Un'esibizione senza dubbio interessante e che ha mostrato le indiscutibili doti tecniche e interpretative dei due ma che mi ha generato dei dubbi sulle modalita' comunicative della musica contemporanea.
É stato rincuorante l'aperto scambio di opinioni che ho potuto avere con il M.o Cantero. Ve lo riporto un po' parafrasato.

La Lince Che: Cosa ne pensa dell'andamento della musica contemporanea? Non trova che una grande parte di ricerca musicale si discosti troppo dalla sfera emozionale?
Miguel Cantero:
La musica non si puo' allontanare dal sentimento, solo che con quella contemporanea se ne approfondiscono altri e differentemente: l'angoscia e' un sentimento, l'incomprensione e' un sentimento, il fastidio lo e' altrettanto.
LLC: Che cosa l'ha spinto a fare questo genere di musica?
L
: Perche' hai scelto di tenere i capelli lunghi?
Il saxofono e' giovane, non ci sono grandi compositori come Mozart o Beethoven che hanno scritto per lui e di musica contemporanea ce n'é molta. Sicuramente il tempo dividera' cosa é piú valido da cosa va tralasciato ma trovo interessante e stimolante per me essere parte della sperimentazione per il mio strumento. Scegliere che musica suonare e' come scegliere un paio di pantaloni, ne provi diversi, un paio ti guardi allo specchio e ti vanno stretti, un altro paio hanno un colore che non ti piace, poi trovi quelli che ti vanno bene.

Resta una mia riflessione aperta, a lui esposta, su cui non c'e' giustamente risposta.
Secondo me sarebbe giusto che i compositori scrivano che tipo di ricerca stanno affrontando, scrivano su cosa focalizzano la loro attenzione o che dicano "questo brano interpretatelo come volete" ma che diano un indirizzo che faciliti all'ascoltatore la comprensione di un percorso, di una corrente di pensiero, di un'idea. Le teste che creano e ricercano sono molte ed e' impossibile riuscire a sapere tutto di tutti. E' giusto che anche una persona che non sa niente di musica possa avvicinarsi a questo mondo con piu' facilita', ne gioverebbe solo che il mondo della Cultura. La musica colta bianca mi sembra spesso sempre piu' arroccata ed irraggiungibile dalle masse. (Spero con cio' di non offendere nessuno, ma spero anche di aprire un dibattito interessante.)
Ci siamo salutati trovandoci d'accordo sull'importanza assoluta di poter ascoltare in giro diversi generi ed epoche musicali perche' é fondamentale sentire di tutto.
Avri Levitan

Sempre in accademia c'é stato il concerto di Avri Leviatan: violista Israeliano di grande fama e livello. Ha suonato la 1a suite di Bach per Viola Sola (cosi' era interessantemene scritto sul programma, ma e' quella per violoncello) e la Sonata per viola e Pianoforte di Shostakovich: l'ultima scritta dal Maestro e terminata due giorni prima della morte. Al Pianoforte le funamboliche dita di Lea Leiten. Il concerto e' stato all'altezza delle aspettative: Bach ha avuto una interpretazione scorrevole e personale mentre Shostakovich ha avuto dei momenti molto alti. Il brano e' di una difficolta' interpretativa notevole dovuta a frasi lunghe e pregne di significato. Cliccate sul suo nome per aprire la sua pagina web, leggere il suo curriculum e ascoltare dei brani.

Il Coro di Improvvisazione:

Il 14 Marzo c'e' stato un altro concerto della Classe di Improvvisazione del M.o Anto Pett.
Al suo interno si é esibito l' Improvisatsiooni Koor.
É stata un'esperienza fuori dal comune. Mai avevo sentito niente del genere. Ora ne faccio parte. Anne-Liis Poll, docente di Canto Solistico nel dipartimento di Teatro, si e' specializzata con Anto Pett il quale ha creato un linguaggio gestuale in grado di guidare un gruppo di musicisti improvvisatori. Anne-Liis Poll lo applica sui cantanti. Poi a volte si incontrano e dirigono assieme. Il risultato e' potente; e modifica ampiamente i ruoli classici di un coro: il passaggio direttore> esecutore non e' piu' univoco. Il direttore puó solo guidare l'idea musicale. Puó per esempio chiedere al coro, a una sezione di esso o al singolo cantante di tenere una nota lunga, con accento, alta, o bassa, puó indicare di fare un ostinato ripetuto, stabilire chi sara' il solista, o i solisti, l'agogica ma poi ogni segnale viene elaborato ed interpretato da chi lo riceve. Il cantante decide l'altezza definitiva della nota o la lunghezza della frase da ripetere o che tipo di accento dare, che stile utilizzare.
Quindi le variabili sono molte:
  1. Il direttore da il segnale
  2. Il musicista lo elabora
  3. Il direttore riceve la risposta e decide la direzione da intraprendere in base a cio' che si sta creando
  4. Il musicista decide come proseguire mediando anche lui: tra le indicazioni del direttore, ció che gli altri musicisti stanno cantando e ció che lui stesso vuole.
La bellezza della cosa sta nel fatto che nessuno sa precisamente cosa si svilupperá e la parte creativa é responsabilitá comune. Si restituisce cosi' alla musica la parte piu' genuina di se stessa: quella del gioco.
I bambini ridono, piangono e imparano mentre giocano ai Cinque Samurai nella cantina del condominio, o mentre bevono il the' con le amichette nella loro cucina di plastica. La vita e' niente piu' che questo no? Un gioco. Con le proprie regole, diverse su ogni tavolo, dure, spesso ingiuste e incomprensibili ma sorprendente, bello, e alle volte spensierato, soleggiato.
E noi dovremmo prenderla cosi'. I bambini fuori dalla mia finestra, sui loro trattori a pedali, nelle loro tute termiche spaziali, lo fanno molto seriamente.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono Ryo e sconfiggo il male con la giustizia.
Io sono Sami e sconfiggo il male con la sensibilità.
Io sono Simo e sconfiggo il male con la fiducia.
Io sono Shido e sconfiggo il male con la determinazione.
Io sono Kimo e sconfiggo il male con la saggezza.

Un saluto alle volpi. Sono felice, davvero, che tu abbia la fortuna di trovarti in mezzo a un contesto così arricchente e stimolante.

Johnny ha detto...

Un inviato speciale sempre più produttivo, mi congratulo Lince che.... forse potrai ottenere un aumento di stipendio fra qualche anno se continuerai così...

Tanti spunti di riflessione e così pochi caratteri per esprimerli.

Ritengo che per quanto riguarda la Masterclass di stupirmi ogni volta di quanto incredibili siano certi Maestri che viaggiano per il mondo donando la loro conoscenza e raccontando la loro vita posso capire la meraviglia nell'incontrarle.

Per quanto riguarda la Master di sax non hai scritto perchè ti sono venuti i dubbi, forse a quella musica mancava qualcosa?
Condivido il discorso della scelta dei pantaloni ma non completamente e lo stesso trattasi per il sentimento, le persone sono così varie che a parità di scena e bravura si trova chi sceglie ed interpreta casualmente senza pensarci più di tanto e chi invece cogita sopra una sola frase per settimane.

Infine per quanto riguarda il coro improvvisativo mi intrippa un sacco la cosa, per me la musica è forse più identificata nel cuore e nell'improvvisazione che nel resto, la spontaneità artistica è quella che scinde il genio dal musicista, Impara vecchio tutti i segreti di questa tecnica ed al tuo ritorno puntiamo a fare un coro degli studenti (sarai in grado di farne il direttore?)

Ciao e grazie di cuore per le informazioni.

Anonimo ha detto...

Johnny,
vorresti farmi lezioni di guida....spirituale? ^^
Sempre più intrippato...
L.