venerdì, febbraio 24, 2006

La sera di un giovedì qualunque


Serata tranquilla in questo giovedì di Conservatorio, poca gente per i corridoi, poche voci che penetravano attraverso le pareti, solo qualche nota...il silenzio regnava sovrano tutt'attorno a queste.
Ma era sera, la giornata era quasi volta al termine e le anime luminose dei musicisti già erano con i loro pensieri all'interno delle loro case.
E al calar della sera, il silente nostro amato edificio, regnava sovrano.
Io trovo sempre magico il silenzio quando il sole volge al tramonto ed anche la più flebile nota veste un'aura di magia e raccoglimento.
Noi siamo musicisti o aspiranti tali, il nostro cuore va a fondersi in alto e nell'aria allo stesso modo di una foglia che danza prima di posarsi in terra.
Quel danzare, che in questo caso è il vento, nel nostro caso è la musica, ci permette di volare, di far brillare anche altri occhi...non è il semplice frutto che fa - pof! - nel cadere, è una foglia che danza, che danza, capite la differenza?
Con questo vorrei poter trovare le parole per spiegare tante altre cose che parlano di spirito, di cuore e di musica, ma perchè non mi suggerite i vostri pensieri a riguardo?
Concludo con l'unica cosa che augurerei a chiunque, ossia di poter danzare, almeno una volta, come sappiamo fare noi, quando ci perdiamo in ciò che più amiamo fare.

Confucio dalla sua suggerisce:

Tutti gli uomini si nutrono, ma pochi sanno distinguere i sapori.


Ricordatevi però la solita massima eterna del vecchio Johnny:
Il vero saggio è colui che partecipa alle assemblee

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