lunedì, dicembre 04, 2006

Musica e leggende di Praga



Ieri sera (intendo domenica 3 dicembre) ero a Mossa (mi sono già dimenticato dov'è) perchè avevo scorto sopra al tavolino di legno, dinanzi alla sala Monteverdi del nostro conservatorio, un volantino che aveva colto la mia attenzione e che narrava di un concerto intitolato "Musica e leggende di Praga" che sarebbe stato in tourneè in 4 date a partire dal 22 novembre fino al 7 dicembre 2006 (che abbiamo già inserito nel calendario).

Già il titolo di per sè ha un che di suggestivo ma poi, aprendo il pieghevole, le informazioni aumentano ed un aggettivo: "interessante", si aggiunge all'insieme delle sensazioni che già la titolazione aveva scaturito.

Il concerto presenta una prima parte con un pezzo "Film in miniature" di Bohuslav Martinu° (una versione per flauto, clarinetto, violino e contrabbasso arrangiata da Fabio Serafini)
la seconda parte s'intitola "il Golem fatto d'argilla" (leggenda ebraica raccontata, cantata e suonata, su memorie e canti della tradizione Yiddish).

Il luogo era anonimo, di recente fattura, molto familiare, una piccola saletta con una piacevole acustica dato che il soffitto andava espandendosi verso il pubblico.
I musicisti erano lì in attesa che la sala si riempisse, pronti per l'intonazione prima di cominciare.
La prima parte era particolarmente strana, quattro strumenti che conversavano tra loro; le quali discussioni vertevano su note di tale particolarità che ,ascoltate da orecchie abituate a ben altro, hanno reso necessario il decorrere di qualche minuto, prima della creazione di un'ottimale ambientazione all'ascolto. Cosa che una volta conquistata, ha reso possibile l'acquisizione di un livello di soddisfazione fuori dal normale.
Un inizio breve ma intenso quindi e, non avendo mai avuto modo di ascoltare Bohuslav Martinu°, ne sono rimasto colpito, indescrivibile davvero.

La parte però sensazionalmente curiosa è la seconda "il Golem fatto d'argilla": se vi piacciono le storie ne sareste rimasti entusiasti.
La voce profonda e misteriosa di Enrico Cavallero che lancia, nel senso proprio del termine, l'ascoltatore dentro ad un'ambientazione antica, un ghetto ebraico, a Praga, tanto tempo fa (ai tempi di re Rodolfo II). Gente semplice, situazioni comuni; come si sa, le leggende hanno sempre tratti in pastello ma posseggono un'incisività capace di entrare dentro di noi come fossero indelebili.
La voce di Cavallero narra delle vicende di un essere misterioso, potentissimo (il Golem), ma con un cuore devoto alla giustizia, e quando la voce smette di disegnare, gli strumenti e il soprano (Claudia Vigini) iniziano a colorare.
Chitarra (Giulio Chiandetti), flauto e ottavino (Daniela Brussolo), clarinetto e clarinetto basso (Piero Ricobello), violino (Nicola Mansutti) e contrabbasso (Fabio Serafini): questi i pastelli, il disegnatore è Marco Sofianopulo (compositore) e la cantante che si è scritta i testi.
La musica era talvolta lamentosa, triste, quando una malefatta era compiuta; talvolta maestosa e decisa, quando il Golem muoveva alla ricerca del malfattore; talvolta giocosa ed allegra, festosa, quando il bene tornava a sgorgare nel ghetto.
Momenti dove la musica contribuiva alla visione introspettiva di un mondo, quello delle storie e delle leggende, che fuso con la musica, può portare ad importanti riflessioni ed, allo stesso tempo, a momenti di intenso piacere nell'ascolto.
Non sempre capita di seguire uno spettacolo dove parole e musica si fondono, l'una dando l'ambientazione, il significato, l'altra marcando i contorni e riempiendoli con del sentintimento, ma spesso questo assioma si rivela vincente, dà piacevolezza, non c'è solo la melodia ma anche delle immagini che rimembriamo, in un secondo momento.
Voi che ne dite?

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