venerdì, gennaio 26, 2007

Intervista a Roberto Santagati solista all'inaugurazione dell'AA 06-07


Come ben sapete tutti, all'inaugurazione dell'anno accademico in Teatro Giovanni da Udine, si incarica sempre, per l'esecuzione di un concerto, il o i migliori laureati o diplomati nell'anno passato. Questi eseguono un concerto da solisti con l'orchestra che ogni anno è un misto tra l'orchestra sinfonica del Conservatorio ed altri esterni (di solito il rapporto è al 50%).
Quest'anno è la volta di Roberto Santagati, il primo laureato specialista in tromba nel nostro Conservatorio (e forse anche in tutt'Italia ndr).
Eseguirà il concerto in MIb di Haydn per tromba e orchestra.
Siamo andati a fargli un paio di domande per sapere come si sente e cosa significa per lui il biennio specialistico appena conseguito, leggiamo che cosa ci ha risposto:

la foto riguarda la Golden Brass ed è stata scattatal' 8 Giugno 2006 a Barchessa Villa Correr Dolfin - Porcia. La trovate al sito http://www.musicaporcia.it/CONC_villa/2006/Golden.htm

Innanzitutto una breve presentazione della sua carriera:
Roberto Santagati è della classe del '68, si diploma in tromba nel 1985 presso il Conservatorio di Trieste all'età di 16 anni con votazione di 10 su 10. Allora, da quanto ne dicevano giornali, era il più giovane diplomato in tutt'Italia, in Conservatorio, con il massimo dei voti.
Per motivi scolastici, dopo il diploma di strumento, è costretto a rifiutare le offerte che gli giungono, alcune delle quali per andare a studiare musica in Svezia o a Lubijana in accademie di prestigio.
Continua però a perfezionarsi nello strumento, proseguendo nel contempo gli studi scolastici, sia con il professore che lo portò al diploma il prof. Desilia che con Mauro Mau a Portogruaro affrontando anche le prime audizioni. Audizioni che spesso vince ma che ugualmente rifiuta sempre per motivazioni scolastiche. Incomincia comunque a collaborare con il Teatro Verdi di Trieste sia nella stagione lirica che in quella sinfonica; la prima opera in cui ha partecipato è stata la Donna del Lago di Rossini.
Diplomatosi in ragioneria, si iscrive all'università e nel frattempo continua a suonare in numerosi gruppi così da poter sostenere gli studi universitari.
Ora, nel 2006 si laurea con 110 al biennio specialistico presso il Conservatorio "J.Tomadini" di Udine sotto la guida del prof. Diego Cal.

Perchè hai scelto di fare il Biennio a Udine?
Perchè ho visto che il percorso formativo, dal punto di vista accademico, in Italia, oltre gli anni che definirei "canonici" della strada che offre un Conservatorio, come quello che ho fatto anche io sino al diploma, non offre la possibilità di raggiungere un livello di perfezionamento tale da non rendere necessario viaggiare per potersi ancora migliorare.
Ora, anche se la necessità di andare a studiare per il mondo con professori di fama internazionale, continua ad esistere, è vero anche, che due anni formativi di biennio, all'interno di un Conservatorio che ti danno la possibilità di frequentare masterclass, vari corsi di specializzazione e quant'altro, ti forniscono sicuramente una preparazione molto più competitiva, più di approfondimento, che precedentemente, quando mi sono diplomato io, non era possibile avere se non appunto viaggiando per il mondo.
Il biennio quindi permette di poter studiare con insegnanti di un livello professionale e di una caratura artistica piuttosto elevata. Trattandosi di laurea specialistica, non c'è il rischio inoltre di poter avere un insegnante che ha ottenuto il posto per sanatoria e che quindi, dal punto di vista preparativo, ha carenze. Bensì dovrebbe essere una scelta finalizzata ad ottenere docenti con prestigio e livello anche documentabile sulla carta ed in base al profilo artistico.
Oltre a queste motivazioni la mia scelta di affrontare il biennio, è stata anche di carattere logistico, suonando nella sifonica del FVG all'atto dell'iscrizione, avevo la possibilità di essere spesso a Udine, anche ogni giorno. Inoltre sapevo che al Tomadini avrei avuto come insegnante principale Diego Cal, che stimo e rispetto sia come docente che come amico, ormai di vecchia data.

Che aspettative avevi quando hai iniziato il biennio e come si è rivelato infine, questo percorso?
Le aspettative erano quelle di poter fare una serie di esperienze, di studi e di approfondimenti che avrebbero dovuto aiutarmi a raggiungere un livello migliore sia musicale, che artistico, che di curriculum.
Ciò, dal punto di vista strumentale, si è rivelato molto soddisfacente.

Avresti da suggerire alcune correzioni o problematiche a riguardo del biennio specialistico?
Io penso che apporre una valutazione, sia un fattore di estrema individualità, pechè mi rendo conto, anche parlandone con altri miei colleghi, che ci siano delle discrepanze rispetto al mio pensiero.
E' stato, secondo me, tutto molto costruttivo dall'organizzazione, per la quale ringrazio sia il prof. Pellarin che il direttore Calabretto, ai docenti; dal mio punto di vista quindi, il percorso didattico accademico è stato molto positivo.
Dal punto di vista delle opportunità che questo percorso avrebbe dovuto o potrà portare, ci vedo molti aspetti negativi o sui quali è necessario fare una riflessione.
Ossia mi chiedo: "In Italia, al di là dell'aspetto organizzativo e logistico del biennio, esiste una finalizzazione al titolo che si consegue dopo questi 2 anni?" Originariamente la risposta sembrava portare verso l'affermazione, ossia, i laureati specializzati avrebbero dovuto precludere, la possibilità di insegnamento, a chi non avesse fatto il biennio perchè di fatto, in graduatoria, sarebbero stati superati. Non è però stato così, ovvero, in realtà, chi ora occupa il posto di ruolo, si ritrova ad avere anche solo il diploma di terza media, mentre gli specializzati della mia generazione, io sono del '68, non avranno la possibilità di accedere all'insegnamento nei Conservatori perchè coloro che già insegnano sono più o meno miei coetanei e quindi nonostante il biennio mi sarà comunque difficile poter ottenere un incarico in un Conservatorio. Attualmente ho ottenuto l'insegnamento per l'anno prossimo, presso la scuola media di Trieste alla cattedra di strumento appena aperta, ma per il futuro ho alcune perplessità.
Ovvio che uno che ha fatto il biennio non è in possesso di tutto lo scibile musicale immaginabile, ma è anche vero che se in Italia conta l'aspetto burocratico, allora gli specializzati dovrebbero avere molta più possibilità di quante ne hanno ora.
Secondo lei: "Coloro che non hanno più 20 anni e sono stati costretti a fare il biennio per poter avere una speranza di insegnamento che possiblità hanno?"
Le opportunità dovrebbero essere le stesse sia per i ventenni che per i quarantenni. Quindi nel corso di questi due anni ho maturato alcune perplessità sulla vera utilità del biennio dal punto di vista del riconoscimento e delle possibilità che in più si hanno seguendolo.

Sai di essere il primo trombettista in Conservatorio ad essere un laureato specialista?
Ciò mi fa piacere ed è anche gratificante, ma al di là di questo, sono convinto che l'importante sia la sostanza, il contenuto. Ci sono alcuni dei miei colleghi, anche al triennio, che hanno delle qualità spaventose, le definirei spaziali, che secondo me non mi sono inferiori dal punto di vista della capacità. Quindi non è che io come primo laureato al biennio sia migliore di loro o abbia sviluppato una qualità tale da dire loro: "Se non fate il biennio siete fuori".
Quindi l'importante per me resta ancora il saper suonare e non la laurea in sè, anche perchè burocraticamente, come ho detto prima, non esistono ancora vantaggi in ambito lavorativo per coloro che hanno conseguito una laurea specialistica.

Cosa significa per te poter suonare alla cerimonia di apertura dell'anno accademico 06-07?
L'opportunità che mi è stata data di suonare come solista al Teatro Nuovo di Udine, è senza dubbio un aspetto tra i più emotivi ed emozionanti che possono verificarsi per un qualsiasi strumentista. Sia per il fatto che si sale sul palco come solista, sia per il fatto che la struttura teatrale di Udine in sè, fra tutte quelle che ho frequentato nel triveneto, per me, è una delle migliori dal punto di vista architettonico, affettivo ed acustico. Chiunque abbia suonato al Teatro Giovanni da Udine, ha poi confessato delle valutazioni estremamente positive.
Un terzo aspetto per il quale sono molto contento di poter suonare in quel teatro è che, nel palinsesto musicale, il 6 marzo sarà su quello stesso palco Håkan Hardenberger, uno dei migliori trombettisti al mondo, che porterà appunto il concerto di Haydn per tromba e orchestra, lo stesso da me suonato all'inaugurazione; di conseguenza questo rappresenta per me un momento di riflessione importante.

Quindi potrei registrare il suo concerto e quello di Herdenberger e mettervi poi a confronto?
Io spero, quando suono, di divertirmi e di divertire, quindi ottenere e infondere gratificazione per come si fa un qualcosa.
Tutti abbiamo nelle orecchie le prestazioni dei migliori professionisti, tutti abbiamo le possibilità di ascoltarcele su CD e quindi non è necessario sentire dal vivo un qualcosa per poter capire eventuali limiti, meriti o altro.

Il concerto per tromba e orchestra di Franz Joseph Haydn che eseguirai a teatro come soista, è la prima volta che lo suoni in pubblico?
No l'ho già eseguito altre volte, sempre a Trieste, la prima volta nel 90, nel 91 e nel 93, sempre con l'accompagnamento orchestrale e poi nel percorso di studi a Udine, durante la specialistica, con l'accompagnamento al piano.

Hai qualcosa da suggerire agli altri studenti che già fanno il biennio o vorrebbero farlo?
In questo contesto mi sento di fare di più la figura del nonno piuttosto che quella dello studente anche perchè, avendo 38 anni, mi sento più in un'ottica paternalistica che non da ex studente.
Per me è un percorso formativo importante almeno per quello che mi è dato sapere e mi è stato possibile provare sulla mia pelle, perchè ci sono una serie di docenti, di seminari, di masterclass, che fino all'altro giorno si dovevano pagare per poter fare, mentre con il biennio sono offerti nel percorso formativo. Per quanto riguarda l'impegno, mi rendo conto che per chi fa una scuola superiore, è dura riuscire a combaciare le cose e che chi deve scegliere se fare l'università o il biennio, si ritrova in una situazione di angoscia abbastanza forte.
A mio avviso si deve decidere ciò che ci si sente di dover fare, però mi rendo conto anche che la vita è una e non si sa fino a quando dura e come. Quindi si deve cogliere l'attimo, gli aspetti positivi di ogni giornata ed essere ottimisti fin che si ha la possibilità di esserlo, soprattutto se si è giovani. Essere il più possibile sereni, godersi il percorso didattico, le possibilità di suonare assieme agli altri e fare tanta musica.
Suonate e suonate, ovunque, con chiunque e comunque, si deve suonare, suonare e suonare. Perchè, a differenza degli attori che devono avere un teatro o un luogo per fare prove, noi musicisti possiamo suonare in ogni luogo ed in ogni luogo potrà esserci qualcuno che ci sente, che ci vede e che potrà fare una riflessione su chi siamo, come suoniamo e cosa vogliamo comunicare.

Progetti per il futuro?
Continuare ad insegnare perchè mi sento valorizzato come didatta e continuare a suonare, perchè la preparazione musicale è come lo studio delle lingue e va coltivata quotidianamente.

Cos'è per te la musica?
E' stata la possibilità di emanciparmi da aspetti caratteriali e temperamentali che senza di essa mi avrebbero condizionato. Al momento è fonte di soddisfazione, di gratificazione e di impegno In futuro sarà ciò che porterà il destino ad essere e che come tale fuoriesce dalla possibilità di poterlo gestire in prima persona.

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