lunedì, maggio 14, 2007

Le Guerriglie di Tallinn (Notte Flamenca)

Benvenuti nei miei Mercoledi' Estoni. (visto che comunque quando da voi sara' gia' Primavera, qui sara' ancora tutto ammantato di Inverno non vedo perche' un Giovedi' o un Lunedi' non possano essere un Mercoledi').
Premessa: mi scuso per i caratteri non sempre idonei ma le tastiere non hanno le nostre stesse funzioni italiane.
La rubrica e' stata sospesa a causa di hackeraggi del sistema informatico dell'Accademia, tempi duri da ste parti, ma eccomi qui di nuovo! come vedete l'articolo e' di qualche settimana fa e finalmente lo posso postare. Buona lettura.

28.04.2007




:- Isabel! Ais perdido un concierto increibile, uno de los mejores, no me lo creo!.

:- Y tu as perdido la Guerra! -.

:- Que?-.

:- Si, Ahora estoy en el Tramvia y no te lo puedo contar, fue' fatal-.

Cosi' oggi e' cominciata la telefonata con la mia ex-compagna d'appartamento, la violinista Isabel.

Ieri, non sapevo, oggi non capisco.

All'interno di "JazzKäär", il Festival Internazionale del Jazz in Estonia, gli Ojos De Brujo (Occhi di Stregone) alle 10.00 p.m. hanno dato inizio ad uno dei concerti con piu' carattere e vitalita´ che io abbia sentito negli ultimi anni. Una carica di Flamenco miscelata a Funk, electo Hip Hop e Rock rende il marchio "O.D.B." inconfondibile e famoso nel mondo al punto da farli partecipare alla colonna sonora di "Kill Bill" il penultimo acclamatissimo film di Quentin Tarantino. L'Italia, triste dirlo arriva tardi.

Mi raccontava Panko, il Dj del gruppo a fine spettacolo:

"Suoniamo in moltissimi paesi, ora ci stiamo concentrando soprattutto su Belgio e Inghilterra, domani siamo in Finlandia, ma in Italia, il paese che desideriamo di piu' (el pais que nos hace mas ilusion) fin'ora abbiamo fatto due concerti in tutto e ci dispiace molto perche' tutte e due le volte e' stato incredibile".


Al Rock Cafe' di Tallinn l'aria si e' surriscaldata in un istante. E' bastato appunto Dj Panko coi suoi piatti per accendere le braci del palco. Il pubblico come un vento potente vi ha soffiato sopra senza esitare e con l'ingresso degli altri componenti le ha traformate in un fuoco alto e potente. Sapete quell'insopportabile parte di fiamma che non si vede ma a metri di distanza brucia ancora la pelle? Si chiama Musica sotto pressione Marshall.

Cosi' la voce stregata di Marina "La Canillas" si infilava tra le congas, i cajon e le tablas di Xavi Turull, la batteria di Sergio Ramos (arrivato, per i brividi della band, 10 minuti prima del concerto a causa di turbolenze in volo sul mini aeroplano a quattro posti che lo portava a Tallinn) l'imprendibile basso di Javi Martin, le virtuose chitarre flamenche di Ramón Jiménez e Paco Lomeńa, le percussioni e le voci dell'uomo raggamuffin: Maxwell Wright. Sonia, incitata da "los palmos" delle mani ci ha rigirato le viscere in profondita' con il suo ballo flamenco da "pelos como escarpias" (peli dritti come chiodi per appendere quadri come si dice in Spagna). Il ritmo perfetto dei suoi piedi unito alla sinuosita' delle sue mani si agitava pericolosamente sotto lo sfrosciare velenoso della sua gonna, sotto il suo sguardo fiero di gitana(video di un assolo di Sonia Poveda).

(Link alla pagina di Tallinn del diario della tourné della band, se cercate bene, sulla sinistra troverete una Lince dai Capelli Sciolti con Maglia Rossa e Mani Alzate. Alla sua sinistra il fido Compare d'Avventura Hu Bin con la sua compagna, non da meno, Li Yang)


La mia mente intanto ritornava alla Sierra Madrileńa, all'estate del duemilaecinque, a Carmen, alla luce di qualche candela, al suo sguardo innamorato, a quel lettore cd che ci riempiva di magia, alla capanna sporca di sabbia che ci vedeva unici e felici amanti di questa terra.


Io ballavo e rivivevo quel sotterraneo ricordo che ora fuoriesce dai miei passi e che si sfoga in quest'aria stregata che forse non sa di un altro fuoco, lo stesso fuoco, che brucia per la citta', distrugge vetrine, cinema, infiamma chioschi, muove barricate urbane.

Ancora Russi contro Estoni, in un processo di convivenza difficile quanto doveroso.
Un monumento del secondo dopoguerra dedicato ai caduti che lottavano contro il fascismo e' stato spostato ieri sera contro il volere degli estoni di origine russa, alcuni dicono alle 19.00, altri alle 4.00, dalla sua piazza d'origine (gli scontri sono iniziati verso le ore 20.00). Per una parte di Estonia esso é simbolo di liberta', per l'altra, ricordo dell'occupazione russa. Non si sa se realmente il monumento sia la ragione dello scontro, altri sono stati in precedenza spostati dagli stessi russi. Si vocifera di una possibile intromissione nella questione da parte di uno stato estero, ma sono solo voci. É sicuro comunque che il governo di questo paese, da pochissimo eletto, ha fatto capire subito cosa pensa del proprio passato: la mattina dopo il suo insediamento ha iniziato la demolizione di un edificio storico del periodo comunista di fronte all'Opera House. Gesto piu' che programmatico direi.

Sarebbe come abbattere la stazione di Milano Centrale perche' costruita al tempo del fascismo. Dobbiamo cancellare la storia? Gli Estoni di origine russa si chiedono invece ora il perche' dello spostamento del monumento, oltretutto prima del 9 Maggio: gorno dedicato alla liberazione.

Non mi voglio schierare, parlo riportando i malumori della gente, di entrambe le parti e di diversi retaggi, dal professore universitario estone, allo studente, al ventenne russo che fa il muratore da dieci anni. Tutti si chiedono cosa stia succedendo. Voglio cercare di capire, ma dalla posizione di osservatore straniero.

Sono convinto comunque che avere due popoli in un territorio sia una ricchezza, ma perche' tutti lo possano capire, qui come in Israele, o altrove, e' necessario che la Cultura arrivi a tutti i livelli. La storia di questa Nazione come Stato nuovamente indipendente ha compiuto appena il suo quattordicesimo compleanno quest'anno, il 24 Febbraio.

E' cosi' strano trovarsi qui, nell'occhio del ciclone, con questa adrenalina e troppe emozioni che si confondono. Chiudo gli occhi e una pellicola mi si pone davanti ad essi. Vedo le vie di Tallinn, i manifestanti caldi di rabbia, gli ipnotizzati dalle tablas intorno a me, gli spifferi della mia capanna spagnola, l'odio per le strade, gli occhi dei facinorosi, le telefonate dei potenti, le macchine della polizia sott'assedio, Pasolini, la paura, il buio, il ritmo ardente della danza di una gitana, le lacrime che bagnano il mio volto, le grida dei passanti, la crudelta' dei manganelli, i rumori dei vetri rotti, i negozi saccheggiati. I laser del palcoscenico illuminano le strade e la voce de "La Canillas" si mescola alle ferite dei lottatori urbani, estoni e russi.




Questa mattina é morto Rostropovich. Vi ricordate quando nell'89 faceva risuonare le note di un mistico Bach sotto il muro di Berlino?


Le storie si intrecciano,

i paesi non imparano,

i Miti muoiono.




Apro la custodia del disco che ho appena comprato e trovo una frase di Eduardo Galeano. sembra scritta per questa serata:


" ... tiempo de derrumbamientos y perplejidades, tiempo de grandes dudas y pequeńas certezas..."

(Epoca di crolli e di perplessita', Epoca di grandi dubbi e piccole certezze... )


Vostro, La Lince che...




2 commenti:

Johnny ha detto...

Si sentiva la mancanza del nostro inviato.
C'era qualcuno che sospettava che fossi tu la causa delle rivolte da quelle parti, ma poi leggendo le tue parole mi sono commosso.
Vedo già le tue mani ed il tuo violoncello dare spettacolo mentre i vecchi palazzi russi cadono come mele mature. Potresti diventare famoso.

Ciao Lince in bocca al lupo e grazie per il tuo contributo

La_Lince_che ha detto...

A si? brutti bacheroz...

Comunque si, il mio violoncello da spettacolo: dopo una iniziale crisi di identita', qua non ci sono generi ma tutti lo considerano donna, ha accettato la cosa di buon grado e ogni tanto, per comprarsi le corde nuove, si spoglia. E' sulla via della fama e del successo. Alcune viole e violini cominciano a scollarsi quando lo vedono e i contrabbassi sono gelosissimi!